Nasce a Bitetto (Bari) il 12 Maggio 1943. Trasferitosi a Milano nel 1968, si iscrive all'Accademia di Brera e consegue il diploma nel 1972. Nel 1971 tiene la mostra personale presso la galleria Solferino, in catalogo testo di Giorgio Seveso, sono presentati trenta dipinti sul tema “Diari Notturni”, ciclo che accompagnerà per circa un decennio il suo cammino artistico. Nel 1972 personale alla "A-Dieci" di Padova. (...) Pietro Marino lo invita al XXV Premio “Michetti” e “Immaginazione e Realtà”, Pinacoteca Provinciale Bari.
Dal 1976 insegna Pittura all'Accademia di Brera, Milano. Inizia la sua ricca attività di opere litografiche con la stamperia La Spirale di Milano. Nel 1978 Roberto Sanesi cura in catalogo il testo critico per la personale alla Galleria Cocorocchia di Milano, successivamente lo invita a “Astrazione del Paesaggio”, città di Urbino, Palazzo Ducale. Nel 1983 antologia di incisioni presso il Palazzo Sormani di Milano; nell'occasione conosce Kayoko Shimada, suo punto di riferimento per il Giappone e nel mese di Ottobre 2003 inaugura cinque personali (Tokyo, Kyoto, Osaka, Niigata). 1984 “Venti Artisti per Manzoni” centro San Fedele, Milano.(...)
Nel 1993 antologica presso “Villa Cattaneo” testo in catalogo di Angelo Bertani.(...). 2005 ampia antologica “ 1970-2005” al Museo Archeologico Nazionale di Paestum, Luca Beatrice documenta l'intero iter creativo. Nel 2008 la città di Molfetta gli dedica una personale al “Torrione Passari”, con opere sul tema “la gravina” degli anni 1979-2008, in catalogo testo critico di Piero Boccuzzi.
Nello stesso anno, negli spazi della “Casa del Pane” di Milano, viene allestita un'ampia mostra dedicata al tema “Notturno Italiano”, in catalogo testo di Giorgio Seveso. Nel 2010, Flaminio Gualdoni presenta i nuovi dipinti sul tema “Cieli Stellati” presso la "Dep Art" di Milano. Inizia il ciclo dei cieli stellati, che verranno presentati alle fiere di Verona, Bologna, New York. Nasce l'Archivio generale presso la Galleria "Dep Art" di Milano.
Di grande rilievo la produzione grafica (acqueforti, litografie e serigrafie) che ripercorre un periodo fecondo della sua attività, evidenziandone la maturità e la singolarità del percorso artistico tutt'ora in continua evoluzione.
Mino Ceretti
(Milano 1930) Fondatore assieme a Bepi Romagnoni e Andrea Guerreschi del movimento “Realismo esistenziale” cui si aggiunsero altri artisti della Milano metà anni '50, animati dal voglia di sperimentare nuovi linguaggi in una ricerca di un'alternativa sia all'informale sia all'esistenzialismo più dolente e politicizzato dopo i traumi della seconda guerra mondiale.
Artisti aderenti ad una cultura impegnata di sinistra attenta degli eventi e alle dinamiche dei rapporti fra occidente ed europa orientale (Russia) con una forte opposizione ai conformismi e a didattorismi.
“La ricerca pittorica dei realisti esistenziali portava al centro del dipinto la raffigurazione realista del soggetto, di solito una figura umana o un oggetto quotidiano. La realtà veniva interrogata e il soggetto veniva elevato a momento e occasione di partecipazione al dramma umano”.
Sergio Orlando
(Como, 1939) è pittore e poeta: la sua ricerca indaga sulle forme del reale, concentrandosi sulle nature morte e scene d'interni, in cui domina il silenzio e la poesia. Ha uno studio a Lanzo d' Intelvi, aperto solo durante il periodo estivo.
Mario Raciti
Mario Raciti è nato a Milano nel 1934.E'considerato uno degli artisti più poetici dell'astrazione italiana.. Tra le istituzioni in cui ha esposto in personali: Quadriennali di Roma (1973,1986), la Biennale di Venezia (1986), Il Padiglione d'arte contemporanea (Milano 1988), Palazzo Magnani di Reggio nell'Emilia (2010), Museo Diocesano di Milano (2012), il MAG, Museo dell'alto Garda (2015), il MART, Museo di Trento e Rovereto (2016), l'Università Bocconi di Milano (2016). Vive ed opera a Milano.
Cesare Andreoni
(Milano 1903 - Milano 1961) Conseguita la maturità classica nella città natale, viene coinvolto dal clima culturale, milanese e italiano, dei primi decenni del secolo. Frequenta nel 1924 a Brera i corsi di Cattaneo e nel novembre dello stesso anno segue il Congresso futurista di Milano e nell’occasione chiede di aderire al movimento. Da allora Andreoni si lega a Filippo Tommaso Marinetti e partecipa con i futuristi alle Biennali di Venezia (da quella del 1930 a quella del 1940) e alle Quadriennali di Roma del 1935 e del 1939, e ad altri momenti di “uscita” pubblica del gruppo.
Così è presente, nel 1931, alla Mostra futurista di Aeropittura e di Scenografia presso la milanese Galleria Pesaro; partecipa, nel 1932, alla mostra Enrico Prampolini et les aeropeintres futuristes italiens organizzata dalla Galerie de la Renaissance di Parigi e l’anno successivo alla Mostra futurista in onore di Umberto Boccioni, ancora alla Pesaro, e alla Mostra Nazionale d’arte futurista. Aeropittura arte sacra pittura scultura futuriste della Bottega d’Arte di Livorno; infine, nel 1935 nuovamente a Parigi, alla Exposition des Futuristes italiens (Galerie Bernheim-Jeune), le cui opere saranno in parte trasferite alla Neue Galerie di Vienna.
Nel 1931 firma con Munari, Manzoni, Duse, Gambini e Bot il manifesto dei futuristi milanesi a supporto di quello dell’aeropittura in occasione della citata Mostra alla Pesaro; inoltre, nel 1934, sottoscrive il Manifesto della Plastica Murale Futurista.
L’amicizia e il sodalizio con Enrico Prampolini si concretizzano esplicitamente in occasione della V, della VI e della VII Triennale di Milano. (...)
Nel marzo del 1941, poco prima della partenza per il fronte, una sua personale alla Famiglia Artistica è presentata in catalogo e inaugurata da Marinetti, che chiude il suo testo dichiarando che Andreoni “merita il titolo di grande aeropittore futurista”.
L’esperienza della campagna di Russia, dalla quale rientrerà prostrato anche fisicamente (e ai postumi di un’asma bronchiale si deve la crisi che nel 1961 ne causerà la morte), gli impone rimeditazioni e riflessioni sulla sua espressività (...).
Dal 1948 alla morte continuerà a indagare su nuove forme espressive, sempre attento ai temi del movimento e ai problemi del colore, fissando sulla carta, con rapidi ed efficaci tratti, i luoghi che frequenta in una sorta di diario visivo.
(Mariateresa Chirico, curatore Archivio Cesare Andreoni)
Piero Leddi
(S.Sebastiano Curone 1930 – Milano 2016). Dopo gli esordi come grafico pubblicitario, è passato successivamente a raccontare le trasformazioni epocali della società del dopoguerra, da realtà contadina a industriale, dedicando un omaggio al mito per antonomasia degli anni ’50, Fausto Coppi, suo conterraneo.
Accanto alla figura umana e alla dimensione urbana, il mondo animale è stato una costante della pittura di Leddi, volta a testimoniare il mondo agricolo arcaico e la sua fine. L’avvio di un’ampia ricerca sul tema delle teste ha segnato l’acquisizione di nuovi strumenti formali, mentre nel corso degli anni ’70 e ’80 la sua ricerca si è arricchita di spunti allegorici e metaforici e di un problematico rapporto con la storia, espresso in un ciclo sulla Rivoluzione francese. Nell’ultima fase “Leddi ha mostrato una ripresa sistematica e approfondita del tema del corpo, che ha visto l’artista teso a rappresentare l’anatomia umana, l’interno-esterno, il rapporto uomo-natura, in una vasta gamma di opere in cui, sperimentando tecniche diverse e attraverso il confronto con i grandi maestri del passato, la lettura del presente è proposta in differenti chiavi possibili, tragiche, sentimentali e caricaturali”.
Giancarlo Ossola
E' nato a Milano nel 1935 e ha frequentato l'Accademia di Brera e la Scuola Comunale del Castello, nonostante si definisca un autodidatta. Nella su aproduzione possiamo trovare diversi cicli pittorici: gli «Interni/Esterni» degli anni '60, le «Città» e sul finire dei '70 gli «Interni con oggetti», poi i «Cicli della materia» e la serie di lavori dedicati a Villa Arconti. Partecipa alle Biennali di Milano alla Permanente (dal 1963 al 1984), alla XI Quadriennale di Roma (1986). Le opere di Ossola sono presenti in musei e raccolte pubbliche in Italia e all'estero.
Attilio Rossi
Nato nel 1909 ad Albairate (MI) e scomparso nel 1994 a Milano.
Ha attraversato il XX secolo con un’esperienza pittorica, che va dall’arte astratta all’iperrealismo, fino a collocarsi sulle frontiere della figurazione più avanzata. Nell’ultimo periodo, le sue Darsene, le sue nature morte e i suoi autoritratti lasciano spazio al grande ciclo della pittura metafisica. La sua opera più impegnativa rimane la “Via Crucis Oggi”, costituita da 14 tele che ripercorrono la storia contemporanea.
Sue opere sono esposte in molti Musei, tra cui il MOMA di New York. Ha partecipato alla Biennale di Venezia (1948 e 1962) e alla Quadriennale di Roma. Nel 1975 il Comune di Milano gli ha dedicato un’importante mostra a Palazzo Reale. Nel 1996, due anni dopo la sua scomparsa, la Permanente di Milano ha organizzato un’ampia mostra antologica curata da Luciano Caramel.
Nel 1974 ha ricevuto dal Comune di Milano la medaglia d’oro per la cultura e l’arte. Nel 2003 il suo nome è stato iscritto tra i cittadini illustri nel Famedio di Milano. Nel 2010 il Comune di Milano gli ha intestato il “Giardino di via Conca del Naviglio”.
Tra i suoi libri: “Buenos Aires en tinta china”, 127 disegni con prefazione di Jorge Luis Borges e poemi di Rafael Alberti, e “Milano in inchiostro di china”, 130 disegni con testo e poesie di Salvatore Quasimodo.
È considerato un innovatore dell’arte grafica. Nel 1933 ha fondato e diretto la rivista “Campo Grafico”, che ha rinnovato la grafica in Italia. Ha scritto libri sui manifesti e sugli alfabeti antichi, ha diretto “Linea Grafica” e disegnato numerose cover di libri.
Come organizzatore culturale ha realizzato mostre d’arte di grande rilievo. Nel 1953 ha convinto Pablo Picasso a esporre “Guernica” a Milano. È stato consigliere di amministrazione dell’Ente Manifestazioni Milanesi, della Triennale e della Permanente.
Durante il lungo soggiorno in Argentina (1935-1950), ha avuto un profondo rapporto con la cultura ispanica e latino-americana. A Buenos Aires, nel 1938, è stato cofondatore della Casa Editrice Losada. Ha curato e illustrato numerosi libri, e con Rafael Alberti, che gli dedicò una poesia del suo libro Pleamar, ha realizzato il volume “A la pintura”. In Argentina Attilio Rossi strinse rapporti di collaborazione e di amicizia con numerosi intellettuali, Alberti, Josè Bergamin, Ramòn Gòmez de la Serna, Juan Ramòn Jiménez, Pablo Neruda, di cui illustrò i “20 poemas de amor”, Jorge Luis Borges, Eduardo Mallea, Ernesto Sàbato, Victoria Ocampo, della cui rivista “Sur” fu critico d’arte, e molti altri.