ENRICO DEL ROSSO

Mostra dal 19 febbraio 2013 al 5 marzo 2013, presso exfabbricadellebambole 

 

Comunicato stampa

Il realismo cui si richiama l’opera di Del Rosso si attiene alla convenzione della Neofigurazione postmoderna (Botero, Velasco, ecc.): sospende il vero rimpiazzandolo con il reale dell’icona. Del Rosso, per eleggere la donna a immagine sublime, trascende il contenuto soggettivo del ritratto e, assume lo schema bizantino dell’icona (...)

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MARIA MULAS - CONTAMINAZIONE

Mostra dal 11 dicembre 2012 al 25 gennaio 2013, presso exfabbricadellebambole

 

Il repertorio storico di exfabbricadellebambole,inaugurato nel 2011 con la mostra di Emilio Tadini, nel 2012 allestisce una selezione di opere di Maria Mulas che, nel far brillare l’estroso istante selettivo dello “scatto” e l’acume elettivo dell’“obiettivo”, segnano il salto di qualità estetico della fotografia nel museo postmoderno.

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PATRIZIA ZARA – VOCI DEL PORTO

Mostra fotografica dal 6 novembre al 20 novembre 2012, presso exfabbricadellebambole

 

Comunicato stampa

Patrizia Zara, che qui ha esordito con il suo stupefacente iperrealismo riscuotendo ampio consenso, torna con una divagazione, la fotografia. Dico “divagazione” per dire che Zara non fotografa soggetti da trascrivere in pittura, lei i suoi soggetti li copia prodigiosamente dal vero e in punta di pennello, ma ora, tramite l’obiettivo, legge dai muri, dall’acqua, dal suolo, dal cielo ecc., e trascrive in poesia la fortuita cosmogonia della materia secondo un’opzione che tralascia il reale e divaga poeticamente nell’Informale.

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PAOLA BARLASSINA – ANATOMIE DI GRIGIO

Mostra dal 9 ottobre al 28 ottobre 2012, presso exfabbricadellebambole

 

Comunicato stampa

Un anno fa, Paola Barlassina esordiva saltando a piè pari nell’Informale che, anche dopo sessant’anni, è un modo ancora in auge e, fatta la distinzione fra il figurativo e l’astratto, lei optava per una gestualità astratta e materica, ma lontana dalla crudezza dei capiscuola storici, anzi, deliberatamente elegiaca, sia nelle tonalità del pastello che nella determinatezza gestuale, allestì una dozzina di opere coerenti e ben costruite che raccolsero molto consenso, tanto da far credere in un assetto stilistico definitivo, invece no, Barlassina, creativamente versatile, torna al figurativo.

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PICASSO. CAPOLAVORI DEL MUSEO NAZIONALE PICASSO DI PARIGI

Mostra dal 20 settembre 2012 al 27 gennaio 2013, presso Palazzo Reale di Milano

 

MAE Milano Arte Expo, da oggi e per tutto il periodo della mostra, pubblicherà un ciclo di testi brevi e interviste sulla centralità inesauribile di Picasso nella cultura del Novecento e dell’inizio di questo nuovo millennio. Il fenomeno Picasso continua ad andare ben oltre le pareti delle grandi gallerie d’arte moderna di tutto il mondo. L’intervento odierno è di Gustavo Bonora, artista e psicoanalista che dirige – in collaborazione con Rosy Menta e Daniela Basadelli Delegà – l’associazione culturale di esposizione, promozione e servizi legati al mercato dell’arte, Exfabbricadellebambole, a Milano. –

 

Gustavo Bonora / PICASSO: Sto parlando di Picasso in un seminario di psicanalisi e, mentre cerco di seguire il travaglio della critica (Teoria e pratiche della critica d’arte”, in Atti del Convegno di Montecatini, maggio 1978; Feltrinelli 1979) che si affanna a dar senso e nome a uno statuto linguistico che sia esaustivo sia per l’arte sia per sé stessa, mi sovviene un aforisma di Marguerite Yourcenar che in un batter d’occhio mette a segno uno dei tratti più specifici della poetica postmoderna, la Metafisica, ed è: La metafisica è prima di tutto una semantica. (Marguerite Yourcenar:, “Care memorie”, Einaudi, p. 176).

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SU ATTILIO FORGIOLI

Mostra dal 14 settembre 2012 al 13 ottobre 2012, Fondazione Stelline di Milano, curata da Elena Pontiggia.

 

Una mozione di eccentricità e, ad un tempo, di centralità: Attilio Forgioli, eccentrico rispetto alla dominante ed estenuata cronaca Postmoderna, ma centrale quanto all’iconicità storica, appare con un acuto di consistenza metafisica che, mentre intrattiene anche su contenuti “effimeri” (le scarpe, le bistecche, ecc.), li propone con la densità iconica che colma l’aspettativa estetica. Fatto un lessico bisognava farlo parlare, e l’eloquenza di Forgioli dice le cose.

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LA CONGIUNTURA

 

Da mezzo secolo nel campo dell’arte si verifica un fatto straordinario, l’artista esordiente non ha più accesso al mercato dell’arte, fra lui e il mondo dell’arte si configura una faglia voluta e gestita da un monopolio di operatori che non si colloca più nell’ambito tradizionale costituito dai tre elementi storici – l’artista, il critico e la mediazione commerciale – ma sussiste in un sistema elitario che determina sia la validazione estetica che le regole commerciali dell’opera d’arte. La cosa non è determinata dalla congiuntura economica, ma il disagio endemico ne ha facilitato l’occasione: soppresso il commercio spontaneo, vige un mercato elitario fissato alle alte quotazioni e alla feticizzazione dell’artefatto o dell’opera storica, con l’effetto di escludere gli artisti esordienti.

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PATRIZIA ZARA – “L’IPERREALISMO DI PATRIZIA ZARA”

Mostra dal 8 maggio al 30 maggio 2012, presso exfabbricadellebambole

 

L’Iperrealismo nasce negli USA nel Settanta e, tuttora in auge, fra i movimenti che inaugurano la Neoavanguardia, come la Pop-Art, è anche una mozione ideologica: contro la semiotica astratta, depone per l’iconicità. Finché dura lo statuto Concettuale, escluso l’Informale, tutto il flusso postmoderno attiene alla modalità duchampiana del prelievo oggettuale, con le varianti che vanno dall’Installazione all’effige de La Cosa.

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TIZIANO E LA NASCITA DEL PAESAGGIO MODERNO

Mostra dal 16 febbraio al 20 maggio 2012, a Palazzo Reale di Milano

 

Palazzo Reale di Milano: da giovedì 16 febbraio al 20 maggio 2012 la mostra Tiziano e la nascita del paesaggio moderno, promossa dal Comune di Milano – Cultura, Moda, Design e Palazzo Reale, in collaborazione con Civita e GAmm Giunti, che ha edito il catalogo. Riceviamo e qui volentieri pubblichiamo, sul tema dell’invenzione del paesaggio in arte un intervento di Gustavo Bonora:

 

Si dice che da una lettera di Tiziano all’imperatore Filippo II nasca la parola “paese” e la cognizione di paesaggio nella sua accezione moderna. Che da Tiziano venga messo al mondo il paradigma del paesaggio, trovo la cosa un po’ forzata, perché, anche solo a memoria, mi sembra che, dai mosaici ellenistici alla pittura pompeiana, come in tutta l’iconografia celebrativa, si contempli il paesaggio come complemento della narrazione, che sia lo sfondo delle rappresentazioni mitologiche, delle cronache, o della religione, il paesaggio è all’ordine della necessità narrativa.

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CONCETTUALE – DIBATTITO SULLA MODERNITA’

 

Siamo nell’era del “Concettuale” e, al di là del manifesto dei suoi adepti storici, è uno statuto linguistico carico di valori simbolici e teoretici esteso a tutto il mondo dell’arte contemporanea; ma persiste un punto controverso, ci si chiede a chi è conferito il primato teoretico, all’artista o alla critica? Nella disputa che si accese a nel 1978 a Montecatini [1], la voce di F.Menna si elevava come un monito: Una critica senza oggetto non può esistere, anche se resta da accertare lo statuto epistemologico della relazione fra i due termini. Tanto più che non è soltanto la critica che si configura come uno statuto analogo, almeno da un’angolazione linguistica, dato che, in ogni caso essa interviene su un codice acquisito e lo modifica in maniera più o meno profonda.

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DONATO MAROT

Mostra dal 6 marzo al 27 marzo 2012, presso exfabbricadellebambole

 

Comunicato stampa

Donato Marot è laureato in psicologia, ma nella pratica artistica non se ne avverte alcuna strumentalizzazione, anzi, la sua disciplina creativa è piuttosto all’ordine dello swing, giacché lui è davvero musicista e passa dalla tastiera alla tavolozza secondo l’indole del fauve. Marot tiene a briglia una creatività che si espande sulle trame dei suoi fantasmi. È così che si spiegano i salti da un’iconicità descrittiva alle suggestioni cromatiche astratte. 

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FLAVIO GARAVAGLIA

Mostra dal 17 gennaio al 9 febbraio 2012, presso exfabbricadellebambole

 

Comunicato stampa

Quarantenne, benché diplomato in psicopedagogia, è attratto dalle tecnologie visive (cromatologia, illuminotecnica, computer-grafica), prima applicate negli allestimenti pubblicitari, poi alla scenotecnica, infine alla composizione pittorica che, dagli anni Novanta diviene la sua occupazione principale. Garavaglia ha partecipato a svariati concorsi, mostre personali e collettive, tra le più importanti: la Personale alla Fondazione D’Ars (Milano 2008), la mostra “Il Credente e il Mutante” Mia Lurgo Gallery (Lugano 2009), Personale alla Sala Nevera di Casa Morandi (Saronno 2010).

Idealmente antiaccademico, la sua formazione ha un percorso che si dispiega subito secondo un rigore nel quale la figura e la spazialità si equiparano; Garavaglia, più che astratto, è votato al distacco dai registri emotivi, fino all’estremismo subliminale che approderà alla struttura del matema.

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RITAGLI D'ARTE - LE CARTE DI RAFFAELE CASTIGLIONI

Mostra dal 12 dicembre 2011 al 9 gennaio 2012, Milano

 

Comunicato stampa

Raffaele Castiglioni si presenta da solo: “Sono nato nel febbraio del 1938. Il mio papà, che di mestiere faceva il tipografo, mi fa conoscere presto quel mondo odorante di inchiostro da stampa dove le immagini, colore sopra colore, prendono corpo. L'interesse e una scatola di matite colorate mi spingono a fare le prime esperienze di disegno, sviluppate da autodidatta fino a diciott'anni, quando mi iscrivo alla scuola d'Arte del Castello Sforzesco di Milano. Ora, dopo oltre sessant'anni, partecipo un po' emozionato a questa mostra (la mia prima personale), e sento che le opere che espongo mi permettono di stabilire un rapporto più diretto con il mondo degli artisti milanesi che frequento da oltre trent'anni.”

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L’ARTE NEI TAROCCHI, I TAROCCHI NELL’ARTE

Mostra collettiva dal 23 settembre al 21 ottobre 2011, presso exfabbricadellebambole

 

Comunicato stampa

Milano Arte Expo sottolinea la presenza, tra i numerosi partecipanti alla collettiva, di indiscutibili maestri della pittura italiana dagli anni sessanta ad oggi come Attilio Forgioli e Mino Ceretti. A raccontare l’origine del progetto e l’importanza del confronto con le figure storiche dei Tarocchi è Gustavo Bonora (artista di rilievo – a sua volta: la storia lo rapporta alla milanesissima Galleria Solferino, diretta da Giovanna Fabre Repetto, presso la quale Bonora incontrava Mino Ceretti, Alik Cavaliere, Davide Benati… e dove, fino agli anni Ottanta, oltre a numerose collettive, ha esposto in diverse personali ben recensite da Emilio Tadini, Flavio Caroli, Mario Perazzi, per fare solo qualche nome).

 

Bonora scrive: “Ventidue carte figurate, inventate in Italia nel tardo Trecento, basate su allegorie o “segni” che vengono interpretati quali auspici secondo le varie combinatorie configurali legate anche all’astrologia. La tradizione divinatoria risale alle scienze occulte di origine neoplatonica affermatesi in periodo ellenistico, che riappare negli apparati concettuali ottocenteschi e riconfermati nel Novecento. 

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